trad. C. Coardi
giovedì 2 febbraio 2012
FURORE di J. Steinbeck
Nella regione rossa e in parte della regione grigia dell'Oklahoma le ultime piogge erano state benigne, e non avevano lasciato profonde incisioni sulla faccia della terra , già tutta solcata da cicatrici. Gli aratrici avevano cancellato le superficiali impronte dei rivoletti di scolo. Le ultime pioggia avevano fatto rialzare la testa al granturco e stabilito colonie d'erbacce e d'ortiche sulle prode dei fossi, così che il grigio e il rosso cupo cominciavano a scomparire sotto una coltre verdeggiante. Agli ultimi di maggio il cielo impallidì e perdette le nuvole che aveva ospitate per così lungo tempo al principio della primavera.
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Adoro Steinbeck! C'è stato un tempo, da ragazzina, in cui ho passato notti a leggere i suoi libri trovati nella libreria dei miei. Furore compreso.
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